Autorizzazioni

GLI IMPIANTI DI PIROLISI - LE AUTORIZZAZIONI (Italia)

Ci sono tecnologie che da oltre 30 anni funzionano egregiamente e sono correttamente regolate dalla nostra normativa (vedi DM 05/02/98 n.88): la pirolisi!! L’impianto di pirolisi di Burgau (una cittadina tra Monaco e Stoccarda) funziona perfettamente da oltre 32 anni circa e trasforma in energia pulita i rifiuti di circa 400.000 abitanti. In Italia addirittura questa tecnologia è stata migliorata: tutti parlano ancora di pirogassificazione ma non è corretto. Siamo giunti ad una pirolisi del 95% con solo un 5% di gassificazione sulle ceneri. E le temperature all’interno del pirolizzatore sono scese sotto i 500 gradi, ben al di sotto delle soglie di produzione di diossina. Ma la domanda sorge spontanea: perché fino ad oggi non si è pensato a costruire questi impianti?

Le risposte sono molteplici:

a) Cattiva conoscenza della tecnologia

b) Dimensionamento degli impianti errato (si punta su enormi impianti da decine di milioni di euro difficilmente finanziabili)

c) Affinamento della tecnologia

d) Interessi a non chiudere le discariche……

e) Ecc ecc. Ultima considerazione … forse la mancanza di volontà!!!

Gli impianti di pirolisi sono adatti a trattare tutti i tipi di rifiuti aventi matrice organica ed inoltre tutti quelli identificati dai seguenti codici CER:9

  • 170203+150102+160119 – plastica
  • 160103 – pneumatici fuori uso

Gli impianti di pirolisi, al contrario di quanto si pensi, non sono “sperimentali” ma sono normati regolarmente dal DM 05/02/98 n. 88.allegato 1 articolo 17. Le autorizzazioni sono rilasciate dalla amministrazione provinciale in procedura semplificata ai sensi della legge DL 152 del 03/04/2006 art. 214 e regolamentata dal Dl 05/04/2006 n. 186 . Per ciò che riguarda le emissioni in atmosfera, la tipologia di impianto proposto NON ha emissioni in atmosfera, rispettando tutti i limiti imposti dalla legge in materia.

Autorizzazioni necessarie per avviare l’attività di smaltimento di pneumatici usati (PFU) o rifiuto plastico:1) “Rilascio dell’autorizzazione allo stoccaggio provvisorio di pneumatici o rifiuto plastico” tale autorizzazione è solitamente da richiedere al comune in cui viene ubicato l’impianto.

2) “Autorizzazione per l’esercizio del recupero dei rifiuti non pericolosi ai sensi dell’art. 216 D. Lgs. 152/2006” (SUAP) da richiedere alla provincia competente oppure “autorizzazione per l’esercizio del recupero dei rifiuti non pericolosi ai sensi degli artt 208 e 210 D. Lgs. 152/2006” (VIA) da richiedere alla provincia competente. Qui come accennavo può nascere il problema perché la norma nel nostro caso è lacunosa e bisogna vedere come viene interpretata. Infatti se l’attività svolta dall’impianto viene per analogia ricondotta al quanto previsto nell’allegato 1, punto 10.2 del D.M. 5 febbraio 1998, allora la procedura per il rilascio dell’autorizzazione è sottoposta a SUAP altrimenti si va a VIA.

3) Domanda preventiva per richiesta di allaccio di impianto per produzione di energia elettrica e successiva immissione in rete con potenza < 1 megawatt da inoltrarsi a ENEL. Io richiederei anche la quotazione ufficiale a cui viene comprata l’energia prodotta da questa tipologia di impianto

4) Verifica presso i vigili del fuoco competenti delle autorizzazioni necessarie per la tipologia di impianto

5) Verifica presso AUSL competente delle autorizzazioni necessarie per la tipologia di impianto

6) Richiesta alla Agenzia delle Dogane in merito alle accise eventualmente dovute per l’immissione in rete di energia elettrica e per l’autoconsumo di gasolio autoprodotto, nonchè le specifiche tecniche che le Dogane vogliono per l’impianto (a mero titolo esemplificativo: doppio contatore uno all’ingresso in cabina di trasformazione dell’energia e uno in uscita)

7) Verifica di tutte le autorizzazioni urbanistiche relative al terreno/immobile in cui l’impianto deve essere collocato.

8) Verificare che la regione non abbia normato in maniera specifica e richieda altro.

In merito a quanto appena esposto, per mia esperienza, ritengo opportuna la presenza di uno studio di ingegneria esperto in impianti di energia da fonti alternative che curi le autorizzazioni di cui sopra perché presuppongono buone conoscenze in materia ingegneristica.

Studio M.G.